venerdì 9 ottobre 2015

L’onorevole Bueno: la carriera prima dei diritti



Grandi interessi internazionali o meschini interessi di carriera politica? Quali dei due stanno condizionando maggiormente il calvario giudiziario di Henrique Pizzolato? I primi li può intuire chiunque: il contenzioso con lo stato del Brasile per il caso Battisti; la sproporzione tra la forza economica del Brasile e quella dell’Italia; la paura che un conflitto diplomatico metta a repentaglio investimenti e operazioni finanziarie e via di seguito.
Meno percepibili i secondi, che però, insieme all’ottusità delle macchine burocratiche di governi e tribunali, possono fare danni altrettanto gravi. Compreso passare con indifferenza sopra i diritti civili e umani delle persone. Un esempio evidente di quest’ordine di interessi è rappresentato dall’onorevole Renata Bueno.
Renata Bueno è una deputata italo-brasiliana eletta alla Camera nella circoscrizione estera dell’Unione Sudamaericana degli Emigrati Italiani e attualmente membro del Comitato permanente per i diritti umani della Commissione Esteri della Camera.
Non troviamo modo più efficace per mostrare gli interessi di Renata Bueno nel processo di estradizione di Henrique Pizzolato  che "incollare" di seguito alcune sue dichiarazioni, suggerendo di prestare attenzione alle date in cui tali dichiarazioni sono state espresse. Le conclusioni che si possono trarre sono evidenti senza bisogno di grandi commenti.

Oltre a ricordare l’enorme visibilità mediatica che il processo di Pizzolato ha avuto in Brasile, trampolino perfetto per fulminanti scatti di carriera politica e giudiziaria, l’unica premessa necessaria è che l’onorevole Bueno da quando è deputata in Italia si è fatta solerte promotrice di due importanti iniziative politiche: 1. la ratifica (avvenuta nel febbraio del 2015), da parte del Governo italiano del trattato bilaterale in base al quale i cittadini italiani detenuti nelle carceri brasiliane possono scontare la pena in Italia (in ragione delle tremende condizioni, lesive dei diritti umani, delle prigioni brasiliane, come la stessa Bueno scrive nei documenti che seguono); 2. l’opera politica di convincimento nei confronti di politici e istituzioni italiane della necessità di trasferire Henrique Pizzolato nelle carceri brasiliane.
Come una persona che si fa portatrice di due istanze così contraddittorie possa far parte del Comitato permanente per i diritti umani della Commissione Esteri della Camera rimane un mistero.

Ecco le dichiarazioni dell’onorevole Bueno:

17 maggio 2013
“ONOREVOLI COLLEGHI ! — Il 27 marzo 2008 è stato firmato dal Governo della Repubblica italiana e dal Governo della Repubblica federativa del Brasile il trattato sul trasferimento delle persone condannate, affinché queste possano scontare la pena nel loro Paese d’origine. Purtroppo dal 2008 ad oggi non è stato ancora presentato dal Governo alle Camere lo strumento di ratifica del Trattato.
Con quest’iniziativa legislativa si vuole intervenire prevedendo lo strumento di ratifica per sollecitare il Governo a presentare, quanto prima, il provvedimento, nella speranza che possa in breve tempo venir approvato. L’intervento ormai non è più procrastinabile, le condizioni umane e carcerarie dei nostri connazionali e dei detenuti di altre nazionalità nelle carceri brasiliane sono intollerabili e offensive per la dignità dell’uomo.
Le autorità carcerarie brasiliane sottopongono i detenuti a umiliazioni e a condizioni di vita in aperto contrasto con i princìpi contenuti nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo e con il trattamento umanitario dei detenuti sanciti da carte e accordi internazionali.”
Fonte: atti parlamentari della Camera dei deputati del 17 maggio del 2013 (n. 996); “Proposta di legge d’iniziativa del deputato Bueno".

28 ottobre 2014
La decisione della Corte d’Appello di Bologna di rigettare la richiesta di estradizione per l’ex direttore del Banco Do Brasil, Henrique Pizzolato, condannato in Brasile per il processo mensalao, è “inaspettata” e “scioccante”. Lo ha detto ad Askanews Renata Bueno, parlamentare italo brasiliana eletta in circoscrizione America Latina.

10 febbraio 2015 - La Camera dei Deputati ratifica il trattato bilaterale che permette ai detenuti italiani in Brasile di scontare la pena in Italia, ratifica di cui l'onorevole Bueno è stata la più viva e fervente promotrice. 

12 febbraio 2015
ROMA - La decisione della Corte di Cassazione di accogliere la richiesta di estradizione di Henrique Pizzolato "e' un segnale positivo della giustizia che va oltre le aspettative". Lo dice Renata Bueno (Gruppo misto), la deputata italo-brasiliana dopo il via libera della Cassazione all'estradizione dell'ex dirigente del Banco do Brasil […]
"Il mio prossimo intervento sara' quello di sollecitare il Ministro della Giustizia italiano ad accelerare i tempi per fare in modo che Pizzolato venga estradato e sconti presto la pena in un carcere del Brasile" aggiunge Bueno.
Fonte: Ansa

24 aprile 2015
ROMA\ aise\ - “Non posso nascondere la mia soddisfazione per la decisione del Ministro Orlando di concedere l’estradizione per Henrique Pizzolato. Sono stata l’unica parlamentare italiana a saper spiegare in maniera completa e dettagliata le ragioni per cui l’Italia, culla del diritto, non poteva negare il diritto allo stato brasiliano di vedere un propriopregiudicato scontare la giusta pena nelle patrie galere”.

24 giugno 2015 –  "L’assedio" di cui parla nel comunicato sotto riportato si riferisce alle posizioni in difesa di Pizzolato di cui si sono fatti portatori alcuni parlamentari italiani per iniziativa soprattutto del senatore Manconi e della senatrice Guerra.
ROMA\ aise\ – “Quello cui si è assistito in questi ultimi giorni – continua Bueno – è stato un vero e proprio assedio da parte di alcuni politici ed intellettuali. Si è parlato di diritti umani violati nelle carceri brasiliane, si è qualificato politico il processo per lo scandalo del Mensalao; si è parlato di spettacolarizzazione e giustizia sommaria. A me sembra di assistere a quella metafora dove si guarda il dito e si tralascia di guardare la luna che il dito stesso sta indicando”.
[…]
Concludendo Bueno è sicura del fatto che “non è vero che per Pizzolato si prefiguri un percorso di tortura in carcere: come tanti suoi colleghi il suo sarebbe un trattamento di favore, nei reparti dei cosiddetti inviolabili. Perché in Brasile, la giustizia non è vendetta”. (aise) 

E via di questo passo…

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