lunedì 18 maggio 2015

Quale stato è mai questo?

È molto difficile per una persona comune comprendere perché esistano leggi, regole, trattati, convenzioni emanati per garantire l’incolumità delle persone totalmente disattesi proprio nel momento in cui tribunali e governanti dovrebbero applicarli.
La Corte di Cassazione e il Ministro della giustizia italiani hanno deciso di concedere l'estradizione di Henrique Pizzolato perché possa scontare la pena nelle carceri brasiliane, denunciate da numerose e qualificate organizzazioni e organismi internazionali (e anche da istituzioni governative nazionali brasiliane) perché violano quotidianamente il rispetto della dignità umana.
La violazione dei diritti e i maltrattamenti subiti dai detenuti nelle carceri brasiliane sono noti anche ai parlamentari italiani. In data 4 febbraio 2015 il Parlamento ha approvato la legge di Ratifica ed esecuzione del Trattato sul trasferimento delle persone condannate che prevede la possibilità per i cittadini italiani di scontare in Italia la pena inflitta dall'Autorità giudiziaria brasiliana, proprio a causa delle terribili condizioni dei detenuti in Brasile.

È incomprensibile il motivo per cui i giudici della Corte di Cassazione e il Ministro della Giustizia italiano abbiano deciso di inviare Pizzolato, cittadino italiano, a scontare la pena nelle terribili prigioni brasiliane. È altrettanto incomprensibile la ragione per cui i giudici e il Ministro Orlando abbiano accettato le “garanzie” fornite dalle autorità brasiliane, finite nel mirino del Sottocomitato contro la tortura (CAT) perché incapaci di applicare misure concrete per evitare la tortura e i trattamenti inumani e degradanti, pratiche considerate correnti in tutto il sistema carcerario brasiliano.
Il fatto di seguito riportato dimostra che le autorità brasiliane sono incapaci di garantire il rispetto alla dignità umana nelle proprie prigioni. Questo fatto è accaduto proprio nel Distretto Federale in cui si trova il penitenziario prescelto dal Brasile perché Pizzolato vi sconti la pena. L'autorità responsabile per l’amministrazione del sistema penitenziario del Distretto Federale, considerata dai giudici della Corte di Cassazione e dal ministro della giustizia italiano affidabile in qualità di garante dei diritti di Pizzolato, è la stessa responsabile, anche solo per mancata custodia, di 16 omicidi di detenuti verificatisi negli anni 2013 e 2014.
Questo è il fatto: Nella settimana della festa della mamma, una detenuta del penitenziario femminile del Distretto Federale, ha partorito sopra un sacco dei rifiuti. La scena è stata filmata. Il presidente dell'Associazione degli Agenti Penitenziari del Distretto Federale, Paulo Filgueiras, lamenta il fatto che ci siano altre donne incinte nel carcere a fronte dell’assenza di personale medico e infermieristico. Il rappresentante della guardia del carcere dichiara "poiché non possediamo nessuna tecnica né alcuna formazione in merito, non è nostro compito occuparci di queste procedure. Domani un bambino o la madre potrebbero morire".
Il bambino è nato nello spazio improvvisato nel corridoio della prigione – per terra, sopra un sacco dei rifiuti, senza un'assistenza medica - perché non ci sono medici nel penitenziario!!!”
La mancanza di medici, il sottodimensionamento cronico dell’organico delle guardie carcerarie, il sovraffollamento, i detenuti uccisi sono soltanto alcuni dei problemi riscontrati nel penitenziario in cui il ministro della Giustizia italiano ha deciso di inviare Pizzolato.
Risulta molto strano che il Ministro italiano abbia deciso di affidarsi alle garanzie offerte dalle autorità brasiliane che la Corte interamericana dei diritti dell'uomo e il Sottocomitato contro la tortura accusano di incapacità di evitare uccisioni, torture, maltrattamenti e violenze che si verificano ogni giorno nelle carceri brasiliane.
È normale che il Ministro della giustizia possa sbagliare, come qualsiasi essere umano. Quello che è più difficile comprendere è come il Ministro e il suo Governo diano fiducia ad autorità incapaci di garantire le condizioni minime per una vita dignitosa come la presenza di medici nella prigione, il rispetto del decoro umano, l’assistenza medica a una donna che sta per partorire. Come può una persona pensare, di fronte a un fatto di tale gravità, che chi amministra quel sistema carcerario possa garantire alcunché? 

Qui sotto la sentenza della Corte d’Appello di Bologna che l’11 febbraio la Corte di Cassazione ha annullato, anche se non vi è stato alcun cambiamento o miglioramento delle condizioni nelle carceri brasiliane.

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