lunedì 4 maggio 2015

Lettera morta?


L'interrogazione parlamentare che pubblichiamo di seguito, firmata da 21 senatori, è stata presentata al ministro della Giustizia Andrea Orlando dopo il via libera all'estradizione di Henrique Pizzolato concessa al Brasile dalla Corte di Cassazione italiana. L’interrogazione chiedeva spiegazioni al Ministro e lo informava con viva preoccupazione dei rischi a cui sarebbe andato incontro Pizzolato in caso di estradizione.
Non sappiamo se il Ministro abbia risposto ai senatori. L'unica cosa che sappiamo è che il 21 aprile il ministro Orlando ha decretato l'estradizione verso il Brasile del cittadino italo-brasiliano Henrique Pizzolato. È la prima volta che l'Italia estrada un suo cittadino in Brasile.

Per ragioni difficilmente comprensibili a un comune cittadino, riconducibili probabilmente al braccio di ferro economico tra gli stati, il trattato che regola l’estradizione tra il Brasile e l’Italia non prevede reciprocità: la Costituzione brasiliana, cioè, non consente l’estradizione in paesi terzi di cittadini brasiliani, né di cittadini stranieri che hanno acquisito la cittadinanza brasiliana. L’Italia al contrario è costretta a piegarsi di fronte a stati economicamente più potenti.
Ciò non toglie che era nelle facoltà del Governo negare l’estradizione. E i senatori hanno portato mille valide ragioni per farlo. Perché questa facoltà non è stata esercitata nei confronti di un cittadino italiano che in questo modo sarà esposto al rischio di torture e violenze, in un Paese che gli ha negato un giusto processo e che non è in grado di garantire l’incolumità degli uomini e delle donne detenuti nelle sue carceri?



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