sabato 11 aprile 2015

Doppio gioco


È di qualche giorno fa la richiesta di 21 senatori – tra cui il Senatore Luigi Manconi, Presidente della Commissione Diritti umani del Senato – al ministro Orlando di rifiutare la richiesta di estradizione di Henrique Pizzolato avanzata dal Brasile. La posizione dei senatori è motivata dal principio che l’Italia non può acconsentire che un suo cittadino sconti la pena in un Paese le cui carceri non soddisfino i requisiti di rispetto della dignità della persona, secondo quanto affermato da varie organizzazioni internazionali, tra cui Amnesty International.


Aldo Di Biagio, Senatore di Area Popolare eletto nella ripartizione estera Europa, uno dei firmatari insieme al sen. Luigi Manconi, spiega che ha sottoscrito questa interrogazione perché interpreta il suo mandato parlamentare proprio con lo spirito “della difesa degli interessi del mio Paese e dei miei connazionali.
Il Senatore Di Biagio, in un articolo pubblicato il 10 aprilescrive "Mi sento di intervenire nel dibattito che si è aperto a seguito della pubblicazione della lettera dell'on. Bueno, circa l'opportunità o meno di favorire l'estradizione del nostro connazionale Henrique Pizzolato”, riferendosi a una lunga lettera inviata l'8 aprile al ministro della Giustizia Andrea Orlando dalla deputata eletta all’estero, Renata Bueno, proprio per chiedere che Pizzolato venga consegnato alle autorità brasiliane.
La discussione circa la posizione della On. Bueno, che sta generando indignazione, è dovuta alle sue contraddittorie posizione "politiche", perché lei stessa, nel 2013, ha chiesto ai parlamentari italiani l'approvazione urgente della ratifica di un trattato fra Brasile e Italia che permette ai cittadini italiani, in carcere in Brasile, la possibilità di chiedere il trasferimento per scontare la pena in territorio italiano, nei penitenziari italiani, perché, argomenta la Bueno, “le condizioni carcerarie dei nostri cittadini (italiani) nei penitenziari brasiliani sono intollerabili e offensive per la dignità dell’essere umano”. Bueno prosegue: ”le autorità penitenziarie brasiliane sottomettono i detenuti a umiliazioni e a condizioni di vita che violano i principi contenuti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani e violano diritti umani sottoscritti in convenzioni e trattati internazionali.” (Vedi qui il documento)
Alcuni colleghi parlamentari della Bueno giustamente non comprendono perché la stessa persona che si sta battendo per l’introduzione di una legge garantista che protegga i cittadini italiani dalle tremende condizioni carcerarie del Brasile sia così indaffarata a convincere il Governo italiano a concedere l’estradizione di Henrique Pizzolato, cittadino italo-brasiliano, affinché sconti la pena nelle carceri brasiliane, che lei stessa descrive come “intollerabili e offensive per la dignità dell’essere umano”.
Intanto sul caso interviene anche l'avvocato Walter Petruzzielloconsigliere del Brasile nel CGIE - Consiglio Generale degli italiani all’estero - e in merito alla suddetta interrogazione scrive ai senatori una lettera molto chiara, nella quale fra le altre cose sostiene che in effetti la condizione che si vive nelle carceri brasiliane è “disumana”. E poi commenta le mosse di Renata Bueno: “vi posso assicurare che la posizione dell’On. Bueno Renata, residente proprio nella mia circoscrizione (in Brasile), in favore dell’estradizione (di Pizzolato) è una posizione per farsi citare nei mass media locali.” L'avvocato Petruzziello sta mettendo in guardia il Governo italiano sul rischio che l’Onorevole Bueno stia trattando il caso Pizzolato come un “affare” in grado di procurarle fama e vantaggi personali (in termini di carriera politica). Lei stessa ha dichiarato al Parlamento italiano, riferendosi al caso dell'estradizione di Pizzolato, che "questa è l’ora di fare lobby". È l’ora cioè di fare affari sulla pelle di una essere umano.
Il Senatore Di Biagio nel suo articolo cita anche il caso di Cesare Battisti, che il presidente del Brasile ha deciso di non estradare e afferma che “nonostante esista un accordo bilaterale in tema di estradizione tra la Repubblica italiana e la Repubblica federativa del Brasile, è evidente come lo stesso non funzioni.” Il senatore fa un parallelo tra i due casi: Battisti “è stato ritenuto colpevole, da più di 90 giudici, di quattro omicidi”, invece “Pizzolato, cittadino comune, è stato giudicato da una corte speciale, il cui giudizio non é appellabile, non potendo così godere del doppio grado di giudizio”.
Purtroppo la brasiliana Renata Bueno, una parlamentare che per la posizione che ricopre - una politica che "partecipa alla formazione delle leggi" - dovrebbe conoscere molto bene l’ordinamento giuridico, nel caso di Pizzolato preferisce ignorare quelle leggi che garantiscono i diritti minimi di difesa di qualsiasi cittadino (brasiliano, italiano o di qualsiasi altro Paese aderente alle convenzioni internazionali a tutela dei diritti dell'uomo): il diritto ad un giudice naturale e precostituito, il diritto ad un doppio grado di giudizio, il diritto ad un giudice imparziale.
Purtroppo le incoerenze e contraddizioni della brasiliana e deputata in Italia Renata Eitelwein Bueno fanno si che nei cittadini aumenti la sfiducia nei politici – quei politici opportunisti che si presentano come difensori dei diritti umani per guadagnare voti, ma che nell’esercizio del potere se ne dimenticano e negoziano e vendono la vita delle persone in cambio di fama, vantaggi personali e un discutibile “successo”.

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